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mercoledì 10 marzo 2010

Colazione indigesta da Tiffany



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Nella Sierra Leone degli anni ’90, Solomon Vandy (Djimon Hounsou) si ritrova coinvolto nel conflitto che oppone le forze governative locali ai ribelli del Revolutionary United Front (RUF). Mentre la moglie finisce in un campo profughi ed il figlio viene rapito dai ribelli e iniziato alla dura vita dei bambini soldato, Solomon, prigioniero in un campo per la ricerca illegale di diamanti grezzi, scopre una pietra preziosa dal colorito roseo di rara bellezza. Liberato dai soldati dell’esercito regolare, l’uomo incontra Archer (Leonardo Di Caprio), ex mercenario dello Zimbabwe e adesso trafficante di diamanti, che decide di aiutarlo a ritrovare i suoi cari a patto che egli riveli dove ha nascosto il grosso diamante trovato precedentemente. Con l’aiuto di Maddy (Jennifer Connely), giornalista impegnata sul fronte del traffico illegale dei “diamanti insanguinati”, inizia una tragica avventura on the road sullo scorcio di una vicenda che potrebbe benissimo essere tratta da una storia vera. Edward Zwick, reduce dal successo del mediocre “L’ultimo samurai”, torna ad imbastire un’opera dal classico impianto hollywoodiano al servizio, però, del film di denuncia impegnato, provando ad aprire gli occhi allo spettatore sul losco traffico di diamanti che per anni ha insanguinato una parte dell’Africa. Colpendoci allo stomaco con una miscela di sequenze crude da mandar giù, il regista mette in campo una sceneggiatura scorrevole farcita da uno stillicidio di scene d’azione nella quale si muovono agili i bravissimi interpreti di cui sopra. 5 candidature all’Oscar (tra cui quella per Leonardo Di Caprio come migliore attore protagonista e per Djimon Hounsou come migliore attore non protagonista), per un film che ci rende consapevoli di quanto sangue possa celarsi dietro al luccichio di un diamante e che dovrebbe farci riflettere ogni qualvolta ci fermiamo a fare colazione da Tiffany.

VOTO 7 e 1/2

Giuseppe "Joe" Castronuovo

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