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domenica 15 maggio 2011

Il Grande Fratello non è solo un reality per dementi


1984 di George Orwell


1984 di George Orwell

LA GUERRA E' PACE.
LA LIBERTA' E' SCHIAVITU'.
L'IGNORANZA E' FORZA.
1984. Il mondo è diviso in tre grandi conglomerati continentali in perenne guerra tra di loro per accaparrarsi il controllo dell'Africa: l'Oceania (che comprende le Americhe, le isole britanniche e l'Australia), L'Eurasia (il resto dell'Europa più una consistente porzione asiatica) e l'Estasia (Cina, Giappone ed i restanti territori asiatici).Winston Smith percorre le strade ordinate di una Londra futuristica sotto l'attento sguardo del Grande Fratello, un immaginario leader politico amorevole dietro cui, in realtà, si cela il sistema tirannico assolutista di un governo che non concede la benchè minima privacy ai suoi cittadini. Attraverso telecamere sparse per tutta la città e che si spingono fin dentro gli spazi più intimi degli appartamenti di ogni persona, il Grande Fratello controlla la vita degli abitanti dell'Oceania, ne condiziona pesantemente cultura ed abitudini, ne scruta l'incedere nei minimi particolari, eliminando qualsiasi ostacolo arrivi a minare anche lontanamente le basi del suo strapotere. Non c'è libertà di pensiero, né di parola: ognuno si muove attraverso percorsi prestabiliti da cui è vietato uscire, pena l'immediata “vaporizzazione” (metafora delle purghe staliniste) che cancella l'esistenza dell'inquisito dal corso stesso della storia. Ogni istante potrebbe essere l'ultimo, ogni amico rivelarsi nemico, ogni certezza menzogna. Persino i propri figli sono strumento di repressione, esercitando il ruolo di spie per conto del governo. A tentare di destare le coscienze dal torpore quotidiano ed instillare in esse la scintilla della rivolta, un misterioso gruppo di ribelli che si muove silenzioso tra le spire del sistema cristallizzato dietro il nome de “La fratellanza”, il cui leader, il fantomatico Goldstein, è ritenuto nemico numero uno dalle autorità di sicurezza. Incuriosito dalla figura di quest'ultimo e alla ricerca di quelle verità storiche che il governo continua imperterrito a camuffare, Winston decide di entrare segretamente in contatto con i ribelli per combattere uno stato di cose che la sua coscienza non riesce più ad accettare.

Scritto nel 1948 (il titolo è una chiara allusione all'anno di composizione, laddove le ultime due cifre dello stesso vengono semplicemente invertite), agli albori di quelle tensioni internazionali che sarebbero poi sfociate nel clima della cosiddetta “Guerra fredda”, l'opera di Orwell rivela da subito una brillante struttura ad incastri dentro cui si muove attento il suo protagonista: il consapevole immolarsi alla causa ( e ricerca) della libertà (verità) configura Winston sin dalle prime battute quale moderno martire destinato a fine sicura, ma non per questo disposto ad arrendersi. La tensione della lettura viene fuori dall'incombente senso di minaccia che si respira nella vita scannerizzata dei cittadini di questo mondo, dal filo sottile cui è legata la sopravvivenza degli uomini che si muovono al suo interno, dallo sguardo onnipresente e ubiquo del Grande Fratello, giudice e carnefice supremo che non lascia spazio ad alcuna possibilità d'appello. Winston è metafora e rappresentazione della coscienza umana incapace d'arrendersi ai dictat del regime e ad annullarsi alla volontà dei suoi rappresentanti, pronta ad emergere e ribellarsi per la giusta causa. Un'opera precorritrice di tempi, quelli di oggi, in cui il potere mediatico dei mass media piega alla volontà del tiranno di turno le masse ovine di popoli dormienti e, proprio per questo, forte nella sua intelaiatura e nel messaggio da essa sprigionata. Inno al libero pensiero, dovrebbe essere proposto nelle scuole. Capolavoro assoluto.
Voto 10/10

Giuseppe “Joe” Castronuovo

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