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venerdì 7 ottobre 2011

Quando il genere fa scuola



DRIVE di Nicolas Winding Refn


Spesso ci capita, al cinema, di ritrovare atmosfere e spazi di cui forse ci eravamo dimenticati, relegati a vecchi film di genere, cose superate. E invece, tirate fuori di tanto in tanto da qualche sparuto regista un po’ eccentrico, scopri che calzano ancora, come un vecchio vestito. Registi così dimostrano di avere imparato più d’una lezione.

Stiamo parlando di Nicolas Winding Refn, quarantenne danese, che si è aggiudicato quest’anno sulla Croisette di Cannes il premio per la regia di Drive.

Chi guida (le auto a gran velocità, lo spettatore attraverso il film) è Ryan Gosling. Personaggio senza nome: meccanico di giorno, stunt-man a tempo perso, autista per rapine di notte. Si innamora della vicina di casa, che è in attesa del ritorno del marito dal carcere, e quando quest’ultimo si presenta, non potrà fare a meno di scortarlo nel portare a termine il colpo che salderà tutti i suoi debiti, mettendo a disposizione la propria arte: drive, guidare. Inutile anticipare che le cose prenderanno una piega inaspettata…

Il film segue un filone ideale che attraversa più realtà nazionali e che vuole rimettere a fuoco le grandi mitologie di un certo cinema americano del passato. Le atmosfere, le situazioni e le scenografie del film sono chiaramente frutto di una rivisitazione amorevole di uno stile già visto e conosciuto: dagli scenari notturni, al giubbotto metallizzato di un protagonista eastwoodiano (per i lunghi silenzi) ai cattivi ben caratterizzati ma che non incutono vero timore.

E a dirigere tutta l’orchestra una violenza che è sovrana, quasi un personaggio a sé, stemperata solo da brevi incursioni in un iper-romanticismo da cartolina (elementi che hanno fatto scuola, dal vecchio cinéma vérité à la De Palma al recente successo australiano Animal Kingdom), e da una scelta musicale originale quanto eterogenea in cui i violini dell’italianissimo Riz Ortolani fanno da contrappunto alla vendetta del protagonista, e le tastiere synthpop che chiudono il film, accompagnano il nostro guidatore nell’ultimo viaggio notturno con il brano A Real Hero, come a voler ristabilire i ruoli.

Buona visione.


2 commenti:

  1. Per me è il film più bello degli ultimi anni (e non solo per la presenza di Gosling, che anzi, prima della visione neanche mi attirava più di tanto).
    L'ho visto e rivisto, e la bravura di Refn è indicibile. Nel raccontare meravigliosamente una storia che si basa su colori, immagini, silenzi e musica.

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